Cosa si intende per “piedi piatti”?
I piedi piatti – conosciuti anche con la terminologia al singolare di piede piatto – sono una malformazione anatomica, in presenza della quale i piedi di un individuo presentano un arco plantare mediale più basso del normale o completamente assente.
Com’è possibile notare dall’immagine, i piedi dell’essere umano presentano, sul bordo interno, una zona rialzata che si stacca dall’appoggio col suolo. Questa zona rialzata prende il nome di arco plantare mediale o volta longitudinale interna. L’altezza dell’arco plantare mediale – ossia quanto la zona rialzata si stacca dal suolo – varia da persona a persona. Nelle persone con piedi normali, la parte centrale interna dei piedi non appoggia al suolo: la presenza di un arco plantare della giusta altezza garantisce una distribuzione del peso del corpo, sul piede, corretta, e una migliore efficacia nella camminata che risulta meno dispendiosa. Il tutto comporta un minor rischio di danni muscolo-scheletrici agli arti inferiori e ai piedi in particolare.
Nelle persone con piedi piatti, invece, la parte centrale interna dei piedi appoggia del tutto al suolo. Questa condizione altera la distribuzione del peso sui piedi e predispone quest’ultimi a fenomeni dolorosi e degenerativi delle articolazioni, dei muscoli, delle ossa e dei legamenti. I piedi piatti sono una malformazione generalmente bilaterale; tuttavia, in alcune circostanze possono riguardare un piede soltanto.
Nei bambini molto piccoli e fino a una certa età della fanciullezza, i piedi piatti sono una costante per almeno due motivi:
Durante il normale percorso di crescita, i piedi del bambino si snelliscono e accentuano sempre di più l’arco plantare.
In genere, la presenza di piedi piatti non è associata a sintomi particolari.
In quei casi in cui l’assenza dell’arco plantare è sintomatica, i disturbi più comuni consistono in:
*Cosa si intende per iper-pronazione
Il termine pronazione rappresenta la rotazione che il piede compie verso l’interno subito dopo l’appoggio a terra. Questo momento prende il nome di contatto iniziale e fa parte della fase di appoggio del ciclo del passo. Gli esperti in materia di appoggio del piede parlano di iper-pronazione (o pronazione eccessiva), quando il piede, durante la fase d’appoggio, ruota eccessivamente verso l’interno o ruota in un momento in cui non dovrebbe. La pronazione eccessiva sposta il peso del corpo sul lato interno (o mediale) del piede, anziché sull’intera pianta. In altre parole, durante la camminata e soprattutto la corsa, un soggetto con iper-pronazione focalizza tutto il peso corporeo, esclusivamente, sul bordo interno dei piedi. Tutto ciò destabilizza il piede, il quale tenterà di riconquistare stabilità con un movimento opposto a quello imposto dalla rotazione verso l’interno. Tale tentativo influisce sull’efficienza biomeccanica della gamba, in particolare del ginocchio e dell’anca. Risulta, inoltre da ciò, superfluo ricordare, quanto questa azione renda più coerente ogni riequilibrio richiesto dal sistema propriocettivo ed influenzi positivamente o no l’intera postura.
Per una diagnosi corretta, sono molto spesso sufficienti l’esame obiettivo e l’anamnesi.
Il trattamento dipende dalla severità della sintomatologia.
Per i casi meno gravi, può bastare una terapia conservativa; per i casi più gravi, è necessaria la chirurgia.
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Prof. Felice Colasanto
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