Se pensi che le malattie cardiache abbiano delle preferenze rispetto al sesso maschile, ripensaci!
Le patologie dell’apparato cardiocircolatorio costituiscono la causa principale di morte per 44,6 casi ogni 10mila donne.
Il 31 per cento delle donne è iperteso (pressione arteriosa uguale o superiore a 160/95 mmHg) oppure è sotto trattamento farmacologico specifico.
Il 14 per cento delle donne è borderline, con valori della pressione sistolica compresi tra 140 e 159 mmHg e quelli della diastolica compresi tra 90 e 95 mmHg.
Il 25 per cento delle donne ha una colesterolemia totale pari o superiore a 240 mg/dL oppure sono in trattamento farmacologico specifico.
Il 33 per cento delle donne è in una condizione di rischio (colesterolemia compresa fra 200 e 239 mg/dL).
Il 46 per cento delle donne non svolge alcuna attività fisica durante il tempo libero e solo il 16 per cento dichiara di fare sport con continuità.
Il 21 per cento delle donne fuma una media di 13 sigarette al giorno e nella maggior parte degli Stati Membri la percentuale è in continuo, preoccupante aumento.
Il 22 per cento delle donne è obeso.
In larghissima misura, le due principali cause di mortalità, malattie cardiache e tumori, possono essere evitate grazie alla prevenzione primaria, facendo scelte di vita più sana o secondaria attraverso screening per diagnosi precoce.
I principali fattori di rischio associati ad una quota importante della mortalità prematura (decesso prima dei 65 anni) comprendono il tabagismo, il consumo eccessivo di alcol, le cattive abitudini alimentari e l’assenza di attività fisica.
Dal punto di vista cardiovascolare si può certamente dire che la donna in età fertile rappresenta il vero sesso forte: la menopausa la rende molto più vulnerabile, ad alto rischio di eventi cardiovascolari.
Per lungo tempo la medicina clinica ha trascurato di indagare le differenze biologiche di genere e ha continuato a curare le donne come fossero uomini. Oggi sappiamo che sono necessari studi specifici, per comprendere meglio le specificità delle malattie cardiovascolari nelle donne.
Servono anche politiche sanitarie mirate a promuovere trattamenti più aggressivi dei fattori di rischio femminili, affinché una attenta opera di prevenzione controbilanci gli effetti negativi della menopausa e attenui il carico di eventi fatali e disabilità, che minacciano le donne in età avanzata. Dato che l’Italia è tra i primi Paesi al mondo per età media di vita delle donne e per percentuale di donne anziane sul totale della popolazione, le donne oltre i 65 anni sono il 16%, gli uomini l’11,4%, è indispensabile e urgente che il cuore delle donne venga messo al centro non solo dei programmi nazionali di ricerca biomedica, ma anche di prevenzione cardiovascolare. La buona notizia è che le donne possono ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, adottando molte delle stesse regole raccomandate agli uomini, tra cui:
Come per gli uomini, l’esercizio fisico è molto efficace. Uno studio ha dimostrato che nelle donne in post menopausa, che praticano una moderata attività fisica, il rischio di avere un attacco di cuore decresce del 50%.
Camminare tre o quattro volte a settimana per 30/40 minuti è sufficiente, per raggiungere gli effetti desiderati. L’attività fisica è una componente importante, ma prima di iniziarla è necessario un buon riscaldamento.
I seguenti esercizi di allungamento muscolare coinvolgono gran parte dei distretti muscolari.
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